Sorse su un antico oratorio dedicato a San Giorgio, donato dal Comune al Beato Giacomo Bianconi nel 1291. In segno di riconoscimento per il ruolo fondamentale da lui svolto nella ricostruzione del paese, seguita all’assedio delle truppe imperiali di Federico II, egli ottenne di poter collocare il convento in posizione centrale: nella piazza accanto al palazzo dei Consoli.
Nella facciata si apre un bel portale polistilo della fine ‘300, ornato nella lunetta da un affresco in cattivo stato di conservazione. L’interno sottoposto a vari rifacimenti e restaurato nel ‘900, è ad una sola e luminosa navata.
Degli altari settecenteschi che ornavano le pareti della chiesa, rimangono bei paliotti in scagliola e significative pale di altare, alcune delle quali attribuite al bevanate Ascensidonio Spacca (XVI secolo).
Nel coro sono i resti di un importante ciclo di affreschi assegnati ad un maestro di cultura assisiate, legato ai primi giotteschi.
Nelle cappelle laterali sono conservate due sculture lignee della fine del ‘200: a sinistra la Madonna con il Bambino, a destra un bel Crocifisso ritenuto miracoloso. Sull’altare maggiore (sec. XVII) un’urna conserva il corpo del Beato Giacomo, mentre l’antico sarcofago è murato nella parete d’ingresso della chiesa.
Nell’attiguo convento è il chiostro, decorato con storie della vita del Beato Giacomo, da Giovanbattista Pacetti (sec. XVII). Nella sala capitolare, affreschi della metà del ‘300.
Scendendo per via del Gonfalone, dietro l’abside della chiesa dei Santi Domenico e Giacomo, si trovano cospicui resti di un edificio romano in opera mista, risalente probabilmente al II sec. d. C., che potrebbero essere delle strutture portuali.