Il Santuario della Madonna delle Grazie dista poco più di un chilometro da Bevagna e dall’altura della sua collina riesce a scorgere il paese in tutti i suoi confini. Il Santuario venne eretto per volontà di un cittadino, tale Pancascio, che avuta una grazia dalla Vergine, la ricompensò con la costruzione di un tempio in suo nome. La chiesa venne edificata nel 1450.
Storie antiche tramandate di generazione in generazione raccontano che Pancascio, un cittadino bevanate, se ne andò come tanti umbri, a cercar lavoro nelle campagne romane, e vi rimase per alcuni anni dove venne colpito da una gravissima malattia. Il pensiero di dover morire fece invocare a Pancascio l’aiuto di Maria, alla quale fece voto che, se si fosse rimesso in salute, avrebbe eretto in suo onore una Maestà vicino al suo paese.
Tornando dalle campagne romane verso il proprio paese natale, Pancascio, lontano appena un miglio da Bevagna, si fermò sulla cima di un colle a riposare, che allora era detto Culpulito. Affaticato per il viaggio e per la malattia, Pancascio svegliatosi dal sonno notò di aver recuperato la salute, così pieno di fede e di speranza in Maria, prese delle pietre e ne fece un muricciolo di sassi, lasciandolo come segnale del suo disegno. In pochi minuti percorse il resto del cammino, riabbracciò i parenti e gli amici, e a tutti raccontò il miracolo ricevuto da Maria.
Passati dunque pochi giorni ritornò sull’altura di Colpulito, e sul muricciolo che aveva lasciato fece costruire due maestà: una che guardava verso mezzogiorno ed un’altra che guardava verso ponente. In quest’ultima fece rappresentare la Vergine Immacolata nel mezzo, ai lati San Pietro, San Cristoforo e Sant’Antonio Abate. Nella prima invece fece dipingere la Madonna col Bambino in atto di benedire; ai lati San Giovanni Battista e San Luca, San. Bernardino Da Siena, Santa Caterina e Santa Lucia vergini e martiri, nella volta il Redentore. Nel 1582 quando il Santuario subì delle modifiche mirate ad accogliere la grande affluenza dei pellegrini che ogni giorno facevano visita alla Vergine, il dipinto venne cancellato, ma fu conservata l’effige della Madonna, che tutt’ora si vede.
La prodigiosa guarigione di Pancascio si era già propagata non solo nei paesi limitrofi ma anche nelle lontane città dalle quali giungevano genti devote per pregare la nuova miracolosa immagine di Maria. Quel sacro monte divenne così devoto a Maria, che lo stesso nome gli venne cambiato, e dal titolo di Colpulito, o Maestà di Pancascio, fu chiamato Colle o Madonna delle Grazie.
Molti sono i miracoli che con il passare degli anni si manifestarono ai pellegrini di quella Maestà:
Arrivata la fama dei miracoli sino a Spoleto, il Vescovo Pietro Orsini mandò il suo Vicario e il 7 settembre 1582 si recò egli stesso a Bevagna. Fu in questo entusiasmo popolare che venne decisa la costruzione della nuova chiesa al monte delle Grazie. Avuto il consenso e l’approvazione del Vescovo, i due Consoli chiamarono il maestro architetto Martelli Valentino da Perugia, e dietro il suo disegno il 16 giugno 1583 fu dato inizio alla costruzione del tempio. Il Martelli concepì ed innalzò alla Madonna delle Grazie una chiesa in perfetto stile dorico con croce latina. La periferia esterna della chiesa occupa una superficie quadrata di metri 675. La facciata ed i fianchi sono decorati da pilastri dorici in pietra arenaria, con trabeazione finemente sagomata. L’interno ha tre navate, con crociera, cupola e santuario. Sei arcate, con pilastri dorici, dividono la navata maggiore dalle laterali, e sopra queste sono costruiti alcuni ambienti abitazione dei custodi. L’ altare maggiore, sorretto da quattro colonne di marmo di sol pezzo, fu portato a compimento ne 1641, ed ha per quadro l’antica Immagine fatta dipingere dal miracolato Pancascio. Nel braccio destro della crociera vi è l’altra pittura che fece fare lo stesso Pancascio. Nel braccio sinistro si venera un grande Crocifisso in legno, a cui non manca qualche pregio artistico. Nelle navate laterali stanno quattro altari con colonne e fregi di stucco. Le pitture in tela dei medesimi hanno qualche pregio artistico e sono attribuite ad Ascensidonio Spacca.
Candido Piatti, Il Santuario della Madonna delle Grazie, presso Bevagna, Tipografia Porziuncola di Santa Maria degli Angeli 1940-XVIII.