Le origini del Mercato delle Gaite
Dalla Sagra della Porchetta, iniziata a Bevagna nei primi anni ’70, a cura dell’Associazione Pro Loco, è nata la rievocazione storica Mercato delle Gaite. Il nome Gaita deriva da Waita, termine longobardo che indicava la suddivisione del paese in zone. Merito della Pro Loco è stato quello di arricchire la festa con un mercato medievale a partire dal 1983, gettando il seme dell’attuale manifestazione. L’Associazione Mercato delle Gaite nasce formalmente il 26 aprile 1989 con il primo statuto, firmato dal Presidente della Pro Loco, Angelo Falsacappa, che il mese successivo viene eletto primo Podestà del Mercato delle Gaite.
La forte motivazione porta a traguardi inaspettati: vengono organizzate conferenze, corsi di formazione professionale, si lavora alla cerimonia di apertura della festa, che vede per molti anni l’insediamento del Podestà, dei Consoli, la nomina dei Sovrastanti, rispettando la procedura riportata nell’antico statuto della Terra di Bevagna datato al XVI secolo, ma in buona parte formato da disposizioni risalenti al XIV secolo. La manifestazione abbraccia il periodo compreso fra il 1250 e il 1350; si rievocano l’insediamento delle magistrature politiche e i giorni di mercato. Con la lettura del bando di fiera e con l’apertura delle porte del paese giungevano nel borgo i mercanti provenienti da ogni città d’Italia, facendo bella mostra dei loro prodotti, ampiamente riportati dallo statuto.
Il Mercato, nei primi anni, partiva dalla Piazza Filippo Silvestri, diramandosi poi dall’arteria principale ai vicoli del paese, addentrandosi così nelle singole Gaite, dove ancora oggi si aprono le botteghe degli artigiani, che, partendo dalla materia grezza, realizzano prodotti che mettono in vendita.
Grazie a queste attività, il popolo delle Gaite ha arricchito le sue conoscenze; leggendo gli antichi testi è riuscito a realizzare strumenti unici, come il torcitoio a trazione umana, la pila idraulica a magli multipli e molti altri strumenti antichi, fondamentali per ottenere una produzione fedele. Inoltre, ha imparato gli antichi mestieri, è divenuto cuoiaio, tessitore, sa forgiare il ferro, coniare le monete, fondere le campane, ottenere fogli di carta dalla bambagia, il doplero dalla cera d’api, sa soffiare il vetro, conosce l’arte della tintura, dello speziale, sa essere dipintore, orafo, sa realizzare e far funzionare gli alambicchi, sa miniare e trascrivere gli antichi codici, lavorare la pelle, ricavare la pergamena, usare e riconoscere le erbe, da cui ottiene anche i colori per la tintura, sa ricavare la seta, lavorare la canapa…
Il Mercato delle Gaite ha consentito un innalzamento culturale del paese, che si cimenta anche con le antiche ricette, ricreandone i gusti e le scenografie nella riproposizione dei piatti e delle immissioni medievali. Il banchetto medievale, per molti anni allestito nel Chiostro di San Domenico, oggi si realizza nella piazza principale, che con la sua elegante disarmonia, fornisce una scenografia unica ad accogliere i moltissimi convitati. Le cene nelle taverne vengono allietate da musiche medievali, proposte da giovani e talentuosi musici di Bevagna, che, conoscitori della musica medievale, sono apprezzati in rievocazioni storiche regionali e nazionali.
Viene riproposto il tiro con l’arco, unica gara individuale, che è andato a sostituire l’iniziale tiro con la fionda e che coinvolge e appassiona molti giovani del territorio, che hanno conquistato anche grandi riconoscimenti nel circuito degli Arcatores nazionali.
Il Mercato delle Gaite ha anche il merito di aver trasformato Bevagna da paese agricolo a centro turistico, portando benessere, creando attività ricettive, facendo conoscere il borgo fuori dai confini regionali e nazionali, favorendo il turismo didattico, che porta giovani durante tutto l’anno a visitare i mestieri medievali.
Le quattro Gaite
San Giorgio
La Gaita San Giorgio ha una superficie piuttosto estesa, ma il suo territorio include grandi fabbriche monastiche, cosa che incide sul numero dei suoi abitanti, facendone una gaita poco popolata. Il territorio si sviluppa a partire da porta Foligno fino a piazza Silvestri, divisa dalla Gaita San Giovanni dal tracciato della Flaminia, oggi corso Matteotti. La Gaita San Giorgio prende il nome dall’antico oratorio dedicato a San Giorgio, poi donato dal Comune, insieme ad antiche strutture di epoca romana, al domenicano Giacomo Bianconi che vi fece erigere la chiesa ed il convento dedicati a San Domenico. Tra i mestieri realizzati dalla San Giorgio ci sono la lavorazione della canapa, la zecca e la bottega dell’arte, del dipintore.
San Giovanni
La Gaita San Giovanni si distingue per un territorio molto esteso e popolato ed insiste nella zona, archeologicamente parlando, più ricca di emergenze, essendo il centro dell’antica Mevania umbro-romana. La Gaita prende il nome dall’oratorio dedicato a San Giovanni, poi donato ad una comunità di minori francescani che vi costruirono la chiesa ed il convento, più tardi dedicati a San Francesco. La Gaita si sviluppa da porta Cannara a piazza Filippo Silvestri. Tra le attività ricostruite si annoverano la “valchiera”, la cartiera in cui si produce carta bambagina, ma anche la lavorazione del vetro, delle campane e il forno da pane.
Santa Maria
La Gaita Santa Maria prende nome dalla chiesetta, una delle più antiche del paese, Santa Maria Filiorum Comitis, che fu edificata dal Conte Rainaldo, feudatario di Bevagna (notizie fin dal 1198). Il territorio della Gaita si sviluppa da piazza Filippo Silvestri alla porta di Sant’Agostino. La Santa Maria si è specializzata nelle tecniche della lavorazione dei tessuti, canapa e seta, tra i mestieri tradizionali e maggiormente documentati della Bevagna medievale, ma sono stati più volte proposti anche i maestri del legname e la locanda.
San Pietro
Il centro della Gaita San Pietro è Piazza San Filippo, con la chiesa omonima, ma la chiesa da cui prende il nome, San Pietro, documentata fino al XV secolo non esiste più. Si trovava molto probabilmente nei pressi della Chiesa di Sant’Agostino. Il territorio della Gaita va dalla piazza alla porta di Sant’Agostino, divisa dalla Gaita Santa Maria dal tracciato della Flaminia, attuale corso Amendola.
Tra i mestieri della San Pietro spiccano lo speziale e la cereria, ma vengono proposti anche il tintore, lo scriptorium, le vetrate artistiche.
La festa e le gare
Negli ultimi dieci giorni di giugno Bevagna torna ad essere la città che era tra il 1250 ed il 1350, un secolo ricco di avvenimenti, di distruzioni e ricostruzioni, a partire dall’operato del domenicano Giacomo Bianconi. È questa l’epoca che il Mercato delle Gaite rievoca, con le sue gioie ed i suoi dolori, con le sue arti, le professioni, i santi, i nobili, il popolo, il gusto ed i suoni, arrivando a proporre ricostruzioni di grande suggestione e di notevole qualità scenica. Ma la festa è soprattutto una competizione tra le quattro Gaite, che si sfidano in quattro diverse gare: i Mestieri, la Cucina, il Mercato, il Tiro con l’Arco. Le prime tre gare si svolgono in giorni diversi e vengono giudicate da differenti giurie di esperti, provenienti da università italiane e di altri paesi. Ogni gara si svolge in contesti allestiti filologicamente con quadri di grande verosimiglianza.
La prima consiste nella ricostruzione sceneggiata di due mestieri per Gaita, con un racconto che avvolge l’intero processo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito. La seconda, incentrata sul cibo dell’epoca, studiato dalle antiche ricette, ripropone un ambiente conviviale con il servizio. La terza una giornata di mercato, con la multiforme società che vi ruota intorno. Ogni gara avrà il suo vincitore, ma non si saprà fino all’ultima sera della festa. Al punteggio complessivo conseguito da ogni Gaita nelle tre gare si andrà ad aggiungere il risultato del Tiro con l’arco, solitamente organizzato nella grande piazza Filippo Silvestri come momento conclusivo dei 10 giorni di Mercato.
La vittoria verrà decretata solo alla fine di quest’ultima intensa giornata, quando i Consoli delle quattro Gaite, il Podestà, il Sindaco, l’Assessore delegato, il Segretario verbalizzante e i rappresentanti delle forze dell’ordine, dopo aver aperto le buste contenenti i giudizi espressi dai giurati, leggeranno e faranno il conteggio dei punti assegnati per ogni gara ad ogni Gaita. Solo a questo punto sarà possibile assegnare l’agognato Palio, per cui si esprime tanta passione, tanta gioia e tanto impegno.
Gaite tutto l’anno: il Circuito dei mestieri medievali
Una delle ricadute più importanti e durevoli dello sforzo creativo e organizzativo dei rievocatori di Bevagna è il Circuito culturale dei mestieri medievali: un laboratorio permanente composto da quattro ricostruzioni filologiche all’interno di spazi e atmosfere suggestive, dove artigiani delle Gaite, ormai esperti conoscitori della propria arte, presentano con un racconto coinvolgente i mestieri, mostrando l’intero processo di produzione. Nelle botteghe vengono anche organizzati laboratori che consentono, soprattutto ai più piccoli, ma non solo, di sperimentare direttamente le antiche attività, i materiali, le modalità, fino a produrre un manufatto che poi si porteranno via. Il circuito, che richiama moltissimi visitatori, soprattutto giovani, e molte scolaresche, è aperto durante tutti i momenti festivi dell’anno e, su prenotazione, in qualsiasi momento.
Le quattro botteghe sono: la Cartiera, la Cereria, il Setificio e il Dipintore.
La Cartiera è il luogo di produzione della ‘carta bambagina’, realizzata con polpa derivata dagli stracci. La selezione, la macerazione e la riduzione in poltiglia dei tessuti, anche grazie alla pila idraulica a magli multipli, azionata dall’acqua, l’asciugatura, la collatura e la calandratura finale sono le fasi di lavoro che permettono di produrre il foglio di carta.
La Cereria è l’antico laboratorio dove si producono candele in pura cera d’api: la cera viene sciolta in caldaie di rame per essere poi colata su stoppini di canapa. Lentamente la candela prende forma e attraverso un’abile torsione si ottiene il ‘duplero’, singolare manufatto caratterizzato da doppia fiamma e doppia durata.
Il Setificio illustra tutte le varie fasi di lavorazione della seta (Ars setae): dall’allevamento del baco fino alla tessitura del suo prezioso filo su antichi telai, passando attraverso le fasi della trattura, cioè dell’estrazione del filo dal bozzolo e della torcitura con la grande macchina del torcitoio circolare a trazione umana.
Il Dipintore mostra gli artisti al lavoro nella loro bottega. Attraverso i loro gesti si apprende come si preparano i colori, tavole e leganti, si sperimentano le fasi della tempera su tavola e si svelano i segreti dell’arte medievale.
Notorietà della manifestazione
Conosciuta come Città del Mercato delle Gaite, da anni Bevagna ha legato il suo nome a questa manifestazione, apprezzata in Italia e anche fuori dai confini nazionali al punto tale che le Gaite possono essere considerate alla stregua di una ‘eccellenza’ del territorio.
Negli anni la rievocazione storica si è guadagnata l’attenzione dei media non solo regionali: riviste come Medioevo, Rievocare, Histoire medievale, Bell’Italia, Plein Air, Travel, Arte e stile, e trasmissioni come Geo, De gustibus, Ulisse, Costume e società, Effetto Sabato, Sì Viaggiare, Kilimangiaro, oltre che TG regionali e nazionali, ne hanno trattato diffusamente. Nel 2012 il Mercato delle Gaite è stato immortalato negli scatti del grande fotografo Steve McCurry poi inseriti nella mostra «Sensational Umbria». Nel 2018 la manifestazione ha ricevuto il premio dell’Associazione Nazionale Doc Italy, riconoscimento che viene attribuito alle eccellenze italiane nei diversi campi di attività. Il Mercato delle Gaite è stato e continua ad essere uno strumento di comunicazione e promozione molto potente. Prima della nascita della manifestazione esisteva a Bevagna solo un affittacamere e ancora alla fine degli anni Ottanta si contavano appena 40 posti letto, in gran parte situati in una struttura religiosa; oggi esistono 2 alberghi, 31 tra affittacamere, residence e bed and breakfast, Country house, case e appartamenti vacanze, ostelli e residenze d’epoca, 27 agriturismi per circa 1.100 posti letto. Nel 2018 il numero di clienti ospitati nei soli esercizi ricettivi del territorio comunale è stato di quasi 16.000 per un totale di 48.000 notti trascorse a Bevagna, con picchi registrati durante i dieci giorni del Mercato delle Gaite. I numeri, dunque, dimostrano che Bevagna si è gradualmente trasformata da luogo di passaggio in meta di viaggio e di soggiorno.
Il Comune di Bevagna, consapevole dell’importanza della rievocazione storica è da sempre impegnato a sostenere lo sviluppo e il miglioramento qualitativo del Mercato delle Gaite e delle altre importanti iniziative che la manifestazione ha generato nel corso degli anni. A livello regionale la festa è ampiamente nota ed apprezzata, tanto da essere divenuta un punto di riferimento qualificato e imprescindibile per le altre rievocazioni storiche. Ormai stabile è la presenza di Bevagna al Festival del Medioevo di Gubbio, che trova nel Mercato delle Gaite l’interfaccia pratica ed esperienziale degli approfondimenti e delle ricerche teoriche che il Festival promuove. Anche da parte di network nazionali il Mercato delle Gaite riscuote grande interesse. Da quest’anno Bevagna è stata protagonista del Festival dei luoghi medievali realizzato a Pistoia per creare un itinerario interregionale che metta in rete tutte le città medievali d’Italia, superando la dimensione regionale, con un calendario comune degli eventi storici di 18 luoghi medievali eccellenti sul territorio nazionale. Il Mercato delle Gaite è reso possibile dall’impegno dei volontari, il popolo delle Gaite. È organizzato dall’Associazione Mercato delle Gaite, presieduta dal Podestà delle Gaite, Claudio Cecconi, coadiuvato dalla responsabile della segreteria, Alessandra Sideri, dal Comitato esecutivo e dal referente scientifico della festa, Franco Franceschi, docente di Storia Medievale presso l’Università di Siena.
Ogni Gaita è retta da un Console e dai consiglieri che formano il Direttivo.
Il Consiglio maggiore è formato, oltre che dal Podestà, dai Consoli Federico Fondacci (Gaita San Giorgio), Angelo Palini (Gaita San Giovanni), Alfredo Assunti (Gaita Santa Maria), Roberto Crisanti (Gaita San Pietro), dal Sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa e dall’Assessore alla cultura Rita Galardini.
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