L’epigrafe a destra del portale permette di datare al 1195 la costruzione di questo edificio, dovuta al maestro Binello. La facciata incompiuta è costituita da blocchetti di travertino nella parte inferiore, da pietra del Subasio nella parte superiore, coronata da una cornice con protoni zoomorfe. Al centro il bel portale, riccamente ornato di fregi, è sormontato da ampia trifora con colonnine binate; ai lati due bifore sorrette da colonnine tortili. L’interno, di suggestiva semplicità, è diviso in tre navate da robuste colonne con capitelli corinzi; a destra un pilastro serviva da sostegno al campanile. La navata centrale è coperta da volta a botte, mentre le laterali da volte rampanti. Sopra la cripta, a cui si accede dalla navata sinistra, si erge il presbiterio sorretto da due colonne di cui una di recupero.
Oggi sconsacrata, la chiesa era dedicata al Santo patrono di Bevagna. La facciata, incompiuta, presenta un rivestimento in travertino con lesene scanalate provenienti da un edificio romano. La chiesa, dopo varie vicissitudini, è stata adibita a cinema fino agli anni ‘70. Oggi rimangono solo le pareti laterali e la facciata. All’interno si conserva il mosaico di Aldo Ajò realizzato nel 1941 in occasione dell’inaugurazione del cinema cittadino, che rappresenta le tre città, Bevagna, Spello, Assisi, che si contendono la nascita del poeta latino Sesto Aurelio Properzio. Mosaico di Aldo Ajò All’ interno della chiesa si conserva ancora un mosaico in ceramica realizzato nel 1941, in occasione dell’inaugurazione del cinema cittadino. Il mosaico, di vaste dimensioni (2,70×2,47 m), rappresenta la disputa tra Bevagna, Spello e Assisi per i natali del poeta umbro Sesto Aurelio Properzio (I sec. d. C.). Le tre città sono più o meno nella loro posizione geografica e al centro è posta la raffigurazione del poeta latino, che guarda Bevagna, per ovvi doveri di committenza. Il mosaico è opera dell’artista eugubino Aldo Ajò, all’ epoca ceramista presso La Robbia di Gualdo Tadino, chiamato, oltre che per la sua fama, probabilmente anche per la parentela con la famiglia Mattoli […]
Edificata alla fine del XIII secolo sull’antico oratorio dedicato a San Giovanni Battista, sorge sul luogo più alto della città, dove sicuramente era un tempio romano. La facciata, a capanna, è adorna di un elegante portale polistilo a tutto sesto, con capitelli foliati in marmo. L’interno, ad una sola navata, è stato completamente rinnovato nel XVIII secolo; vi si ammirano dipinti di Dono Doni e Ascensidonio Spacca. Da una piccola porta a destra si accede a una cappella interna con affreschi risalenti al XVI secolo. Accanto all’altare, in una cappella, una pietra sulla quale avrebbe posato i piedi San Francesco quando predicò agli uccelli a Piandarca. La seconda cappella a destra, forse opera di Galeazzo Alessi, conserva un bel tabernacolo del XV secolo; la cupoletta è adorna di terrecotte invetriate attribuite a Santi Buglioni.
La parrocchia fu fondata da un gruppo di 34 famiglie rifugiatesi a Bevagna in seguito alla distruzione, ordinata dal pontefice, dei castelli di Antignano, fedele a Federico II di Svevia. La chiesa, oggi sconsacrata e usata come Auditorium, conserva un bel portale con un rilievo che raffigura la Madonna che allatta il Bambino.
Edificata da Binello e Rodolfo tra il XII e il XIII secolo, ha subito nel corso del tempo numerosi rifacimenti; il restauro del 1951-1957 ha rimosso le decorazioni settecentesche. La chiesa presenta una facciata in travertino a coronamento orizzontale divisa, nella parte superiore, da lesene e da una cornice con protomi. Il bel portale è adorno di un fregio che si sviluppa in tre ordini lungo l’arco ed utilizza, negli stipiti, cornici romane rilavorate. A destra della facciata si eleva il campanile modificato nel XV secolo. L’interno, a tre navate, ha presbiterio rialzato ed alta cripta, divisa in quattro navate da colonne, alcune delle quali di recupero. Nella navata destra è il seicentesco fonte battesimale, segue la cappella del S.S. Sacramento, rinnovata nel XIX secolo dal Vitali e decorata dal Traversari; accanto è la cappella della Madonna del Carmine con affreschi di Andrea Camassei, databili al 1625 ca., a destra dell’ingresso è posta la statua processionale di San Vincenzo fatta eseguire a pubbliche spese nel 1638. Nella navata a sinistra c’erano un bel crocifisso del XV secolo con sagome lignee raffiguranti la Madonna, la Maddalena e San Giovanni, attribuite al Providoni ora conservate nel Museo civico. In un vano attiguo […]
Costruita nel 1725 accanto alla preesistente chiesa della Madonna della Provvidenza, la chiesa è ad unica navata, arricchita da un’elegante decorazione a stucco. Gli affreschi del 1757, sono attribuibili a Domenico Valeri. Nello scavare le fondamenta fu trovato un grande torso di statua romana rappresentante una divinità maschile, forse Dioniso, che fu poi trasferita a Roma nei Musei Capitolini, dove tutt’ora si conserva.
Costruita nel ‘700, conserva all’interno una bella statua di Cristo Risorto della fine del XVI secolo; sull’altare maggiore la Sacra Famiglia dipinta da Etienne Parrocel nel 1738.
Nella chiesa, ristrutturata nel ‘600, si può ancora ammirare una bella pala dipinta da Andrea Camassei, che raffigura il martirio di Santa Margherita. Dietro all’altare maggiore è visibile un affresco eseguito dal Fantino nel 1592. Il monastero, fondato nel 1271, conserva all’interno una suggestiva Scala Santa eseguita dal Providoni.
Sorse su un antico oratorio dedicato a San Giorgio, donato dal Comune al Beato Giacomo Bianconi nel 1291. In segno di riconoscimento per il ruolo fondamentale da lui svolto nella ricostruzione del paese, seguita all’assedio delle truppe imperiali di Federico II, egli ottenne di poter collocare il convento in posizione centrale: nella piazza accanto al palazzo dei Consoli. Nella facciata si apre un bel portale polistilo della fine ‘300, ornato nella lunetta da un affresco in cattivo stato di conservazione. L’interno sottoposto a vari rifacimenti e restaurato nel ‘900, è ad una sola e luminosa navata. Degli altari settecenteschi che ornavano le pareti della chiesa, rimangono bei paliotti in scagliola e significative pale di altare, alcune delle quali attribuite al bevanate Ascensidonio Spacca (XVI secolo). Nel coro sono i resti di un importante ciclo di affreschi assegnati ad un maestro di cultura assisiate, legato ai primi giotteschi. Nelle cappelle laterali sono conservate due sculture lignee della fine del ‘200: a sinistra la Madonna con il Bambino, a destra un bel Crocifisso ritenuto miracoloso. Sull’altare maggiore (sec. XVII) un’urna conserva il corpo del Beato Giacomo, mentre l’antico sarcofago è murato nella parete d’ingresso della chiesa. Nell’attiguo convento è il chiostro, decorato […]
Fu fondata, insieme all’originario convento degli agostiniani, nel 1316 nei pressi della più antica chiesa di San Pietro. Nella tribuna e lungo le pareti vi sono frammenti di affreschi votivi del XIV secolo su più strati. Un recente restauro, reso possibile da Don Aldo Giovannelli, ha riportato alla luce una serie di absidiole, decorate nel corso del XVI secolo destinate agli altari e con soggetti dedicati alla Vergine.
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